La Stampa
2 Marzo 2002

Tra due mari, Abate restaura la locanda di Dumas


I precedenti romanzi di Carmine Abate, Il ballo tondo e La moto di Scanderberg, si caratterizzavano per la forte, emotivamente ricca componente etnica accompagnata al gusto intenso - metabolizzato - di una ispirazione poetica commossa, naturale. Le radici "arberesh" dell´autore diventavano il punto d´incontro della memoria e della suggestione mitica, per cui la valenza dei testi assumeva connotazioni corali adatte a dipingere non solo le tradizioni di un popolo, ma la sua particolare collocazione in un contesto europeo che parte da molto lontano per cercare le sue radici. In questo nuovo lavoro Abate tenta invece la carta della narrazione pura, ancorché legata alla terra d´origine, una Calabria questa volta più calligrafica negli acquerelli del ricordo: Roccalba è un paese arroccato nella quiete delle campagne, "tra due mari" - lo Ionio e il Tirreno - ed è soprattutto il luogo eletto di una cultura contadina che caratterizza la forza dei suoi abitanti nell´intensità viscerale delle appartenenze antropologiche. La storia narrata da Abate è un commosso melodramma familiare, che se da un lato diversifica - e in parte sminuisce - l´intensità originale e unica dei romanzi precedenti, dall´altro esibisce nuove capacità affabulatorie dell´autore, in grado di spaziare nel mare aperto dell´invenzione letteraria e di gestire con accortezza personaggi e situazioni. Il percorso è una sorta di viaggio iniziatico nel tempo e nella memoria: un andarsi incontro da molto lontano tra le ataviche suggestioni di un uomo rude ed eroico - il solido protagonista Giorgio Bellusci - e un ragazzo che gradualmente trasforma la sua diversità in appartenenza, la sua giovane riottosità in volontà di recupero dell´antico sogno di famiglia. Florian è infatti il nipote di Giorgio Bellusci, nato dal matrimonio tra sua figlia Rosanna e l´integerrimo Klaus Heumann, tedesco di Amburgo e figlio a sua volta di un altro grande personaggio, il fotografo Hans, artista di fama mondiale. Hans e Giorgio si conobbero in una remota stagione del 1950, e la loro amicizia attraversa i decenni, legata - anche - da quel singolare nastro d´amore da cui nascono Florian e suo fratello Marco. L´eroicità del passato è ricucita da Abate in stralci memoriali di sapore latinoamericano, favolosi quanto ricchi di illusioni inattaccabili: il sogno antico di Giorgio Bellusci è quello di far rivivere dai suoi ruderi il mitico Fondaco del Fico, la locanda in cui si fermò a riposare il grande Alexandre Dumas in un suo tour italiano del 1835. Sogno superbo e inaccessibile, ma Giorgio vive in sua funzione e progetta di metterlo in cantiere proprio quando la malavita locale comincia a pretendere il suo tornaconto. Il gagliardo macellaio calabrese appende l´esattore mafioso a un gancio del mattatoio e sconta otto anni di carcere. Sono gli anni in cui nel nipote Florian - che trascorre le vacanze estive a Roccalba - cresce la consapevolezza di quella parentela scomoda con un uomo ai suoi occhi poco raccomandabile. Il percorso di avvicinamento è quindi quasi un rito iniziatico, tra il nonno nuovamente libero e il nipote che sente crescere dentro negli anni l´urlo delle radici, il sogno che gli appartiene come la più nobile delle eredità. Ormai diciannovenne, il ragazzo rimane a Roccalba ad aiutare nella sua impresa il nonno ritrovato, e incontra l´amore nelle forme sinuose di una bellezza locale, Martina, anche se le parti relative alle effusioni sentimentali dei due giovani sono forse troppo decorative e formali nella complessiva tensione epica del romanzo. Un romanzo che vince comunque nelle sue intenzioni di parabola dei grandi sogni dell´uomo, e sa recuperare con estrema partecipazione la necessità sempre più impellente delle tradizioni, in una sorta di realismo magico che unisce le rievocazioni rurali di Silone e di Strati alla innata capacità dell´autore di mitizzare il ricordo attraverso il passo della leggenda. Finirà tra malinconia e speranza, il sogno gagliardo di Giorgio Bellusci; ma la vita, come i sogni, continua, e nella volontà d´appartenenza alla terra di Florian anche i sogni sembrano poter trovare una loro giusta, serena collocazione.